sabato 6 settembre 2008

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Federico 2o per ora non svela i misteri portati nella tomba

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Aperto il sepolcro, il lavoro scientifico parte oggi. La protesta dei discendenti
Federico 2o per ora non svela i misteri portati nella tomba
----------------------------------------------------------------- Aperto il sepolcro, il lavoro scientifico parte oggi. La protesta dei discendenti Federico II per ora non svela i misteri portati nella tomba PALERMO - Hanno aperto la tomba del piu' grande imperatore di Sicilia per non vedere nulla o quasi. Una cerimonia pomposa in un'atmosfera solenne allestita nella cattedrale normanna, uno dei piu' bei monumenti di Palermo, voluta da uno sponsor tedesco. Chi sperava di fissare il volto mummificato di Federico II di Svevia, straordinario mecenate del XIII secolo, e' rimasto deluso. Le telecamere che si sono incuneate sotto la lastra di porfido, sollevata di 40 centimetri da un braccio idraulico, hanno mostrato solo un teschio, qualche frammento di ossa, brandelli di tessuti e tanta polvere. Ma l'esperimento, che dovra' dire se davvero il sovrano mori' a 56 anni avvelenato da un misterioso cospiratore - come raccontano le cronache dell'epoca -, e' appena iniziato e continuera' nei prossimi 11 giorni con carattere rigorosamente scientifico. La cappella che custodisce le spoglie di Federico II e' stata trasformata per l'occasione in una camera asettica, simile a un laboratorio spaziale, affollato di tecnici in tuta integrale bianca e munito dei piu' sofisticati strumenti di diagnostica. Questo per evitare il rischio di contaminazione dai virus che potrebbero essersi sviluppati nella tomba. D'altro canto, bisognera' vigilare per difendere l'imperatore dalle aggressioni dei microrganismi moderni. La ricognizione era stata preceduta da un'endoscopia, tre anni fa, ma un'analoga esplorazione, sia pure con strumenti rudimentali, era stata fatta nel 1781, con un'analitica descrizione del contenuto. Fu scritto che Federico era rivestito di calzabraga, una lunga tunica bianca con ricami arabi, mantello e dalmatica e appoggiava il capo con la corona su un cuscino di cuoio. Accanto, il globo che conteneva probabilmente la terra di Gerusalemme da lui liberata, e la mitica spada, Excalibur. Tutto ridotto in polvere, o quasi, da quella maldestra operazione, voluta per trasferire le tombe dei reali da una parte all'altra della cattedrale. Non tutto, pero', fu negativo. Si scopri', infatti, che nello stesso sarcofago dell'imperatore riposano due suoi discendenti diretti: il duca di Atene e Pietro d'Aragona, figli di Federico III, collocati nell'estrema dimora dell'avo nel 1338 e nel 1442. Per questo ieri c'era grande attesa per l'avvenimento, che una tv privata ha trasmesso in diretta, ma i discendenti di Federico non hanno gradito la profanazione, sia pure per nobili fini scientifici. Il rammarico e' stato espresso in una nota dalla principessa Yasmin Aprilis e da suo cugino, il principe Alduino di Ventimiglia, che avrebbero voluto almeno essere informati. "Potevamo nominare un perito di parte che presenziasse alle analisi", hanno detto. Enzo Mignosi
Mignosi Enzo
Pagina 17(3 novembre 1998) - Corriere della Sera

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