I TITOLI IMPERIALI della Santa Progenie Aprile di Saint Genis Buren Hohenstaufen Anjou Swabiae (Hohenstaufen Plantagents Avril de Burey d'Anjou Puoti di Castrum Komne o Comneno), NON FURONO GIAMMAI SOGGETTI ALLA
RATIFICA DI CUI ALL'ART. 23 DEL REGIO DECRETO 21.01.1929 N. 61,
CHE LEGITTIMAVA L'USO NEL REGNO DI TITOLI NEL REGIO REGISTRO
DI STATO DI ROMA, NE' DI CONSERVAZIONE IN ORIGINALE
NELL'ARCHIVIO DELL'ISTITUTO E CONSULTA ARALDICA, POICHE' NON
CONCESSI DA CHICCHESSIA, NE' POTEVANO COSTITUIRE ELEMENTO DI
CONSERVAZIONE IN ORIGINALE NELL'ARCHIVIO DELLA CONSULTA
ARALDICA, NON RIVESTENDO LA FUNZIONE DI PROVVEDIMENTO
NOBILIARE, NE' SOVRANO DI GRAZIA, NE' DI ATTI GOVERNATIVI DI
GIUSTIZIA, QUINDI DA NON SOTTOPORRE AL PARERE DELLA GIUNTA
ARALDICA ITALIANA, NE' PER DECRETO DEL CAPO DI GOVERNO PRIMO
MINISTRO SEGRETARIO DI STATO.
LA REGIA STIRPS VEIBLINGEN, GENITRICE DI IMPERATORI E' TALE
SOLO AUCTORITATE DOMINI.
GLI HOHENSTAUFEN SONO IMPERATORI E RE PER DIRITTO EREDITARIO E NASCONO RE.
I SAVOIA NON ACQUISTARONO MAI SEBORGA, nè potevano ivi concedere patrocinio non essendo di loro competenza.
E' DIMOSTRABILE DALLA CORRISPONDENZA TRA IL MINISTRO
LANZA E VITTORIO EMANUELE, RISALENTI AL 1873, CHE IL RE
CONSIGLIA AL MINISTRO LANZA DI NON APRIRE IL CASO SU SEBORGA E
DI NON METTERLA IN CAMPO IN QUANTO AVREBBE DOVUTO RICONOSCERE CHE ESISTEVA IL LEGITTIMO RE DI SEBORGA VITALE NELLA DINASTIA CURLANDESE SVEVA, TRISAVOLO DELLA PRINCIPESSA KATHRIN von HOHENSTAUFEN, CITTADINA ITALIANA NATA A ROMA, ALL'ANAGRAFE KATHRIN IRA YASMINE APRILE von HOHENSTAUFEN PUOTI..
PERALTRO CHIAMARSI PUOTI SIGNIFICA ESSERE DISCENDENTI DI RE DESIDERIO PRIMO RE D'ITALIA COME DICE LO STORICO LETTIERI IN QUANTO IL NIPOTE DI RE DESIDERIO ERA RE POTO FIGLIO DI RE ADELCHI, COME DAL CASTELLO AVITO DI CASTELLO PUOTI ATTUALE CASTELPOTO. LA STORIA PATRIA DI BENEVENTO E GLI STORICI LONGOBARDI SPIEGANO CHE CASTELPOTO HA ORIGINE DAL NOME DEL DELFINO DEL RE ADELCHI, FIGLIO DELLA REGINA GISLA DI AUSTRASIA, SORELLA DI CARLO MAGNO E MOGLILE DI RE ADELCHI, OSSIA GLI ANTENATI DI GIUDITTA LA MADRE DEL BARBAROSSA, DI SIKELGAITA CAPOSTIPITE DEGLI ALTAVILLA E DI ELISABETTA DI BAVIERA MADRE DI CORRADINO DI SVEVIA.
LE RELIQUIE DEL GOLGOTA SONO STATE IN POSSESSO DEGLI ANTENATI DELLA PRINCIPESSA KATHRIN, IN QUANTO LO STESSO IMPERATORE COMNENO CHE LI CONSEGNO' BARBAROSSA, ERA IL PRONIPOTE DI RE POTO DI BISANZIO.
IL NOME COMNENO TRADUCE COMANDER OVVERO POTIOR, OVVERO DESPOTA COME SPIEGANO GLI AUTORI BIZANTINI IN MERITO ALL'ORIGINE DELLA DINASTIA PUOTI.
LA PRINCIPESSA E' ANCHE DISCENDENTE DEL CONTE VENTIMIGLIA
PROPRIETARIO DEL FEUDO DI SEBORGA E QUINDI LEGITTIMA EREDE
ANCHE PERCHE' LA DONAZIONE AI MONACI BENEDETTINI FATTA DAL
VENTIMIGLIA, E' NULLA IN QUANTO I MONACI NON HANNO RISPETTATO
LA CLAUSOLA DI DARE DEGNA SEPOLTURA AGLI ANTENATI DELLA
PRINCIPESSA FINO ALLA FINE DEI TEMPI.
SEBORGA NON PUO' TORNARE NE' ALLA CHIESA (POICHE' NEL 1400 E'
STATO DIMOSTRATO CHE LA DONAZIONE DI COSTANTINO E' FALSA), NE'
PUO' TORNARE ALLO STATO ITALIANO, (IN QUANTO TERRITORIO SACRO
ED AVAMPOSTO DI GERUSALEMME), SCRIGNO DELLE RELIQUIE DI CRISTO .
LO STESSO BAIMA BOLLONE E TRENTA CARDINALI NELLO SPECIALE
SINDONE HANNO AMMESSO "LA TESI DELLA PRINCIPESSA KATHRIN HOHENSTAUFEN E' LA PIU' E DEGNA DI FEDE".
UFFICIO COMUNICAZIONE FONDAZIONE FEDERICO II
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